Sigonella: investimenti americani per una base di droni

A Sigonella gli Americani finanziano una nuova base per i droni come la base tedesca di Ramstein


15 milioni di dollari, stanno per essere investiti dal Comando per le strutture ingegneristiche della Marina Usa di Napoli per il ripristino e l’adeguamento delle strutture presenti all’interno della base aeronavale di Sigonella. L’appalto non è stato ancora assegnato ma sembra che i termini per la presentazione delle offerte siano ormai scadute lo scorso 1° aprile e quindi l’assegnazione dei lavori dovrebbe essere molto vicina. Questa notizia insieme ad un carteggio contenente un progetto minuzioso di ciò che dovrà diventare Sigonella, è stato acquisito e in parte pubblicato dal settimanale L’Espresso , nei giorni scorsi. Sigonella diventerebbe, quindi, quasi un clone di Ramstein, la base americana in Germania, considerata una sorta di capitale dei droni. Quattro anni fa ne parlava già il nostro amico giornalista Antonio Mazzeo e tre anni fa testate come “Der Spiegel” e “The Interceptor“, riferisce l’Espresso, ma solo oggi “saltano fuori” i documenti comprovanti quanto gli Usa stanno architettando in Sicilia.

Sigonella dovrebbe affiancare la struttura tedesca in quella che sarà la nuova guerra del futuro, in quella che lo è già del presente e il povero Giovanni Lo Porto né è testimone dall’aldilà, laddove uno dei loro sapienti droni lo ha spedito, come fosse un semplice e banale “danno collaterale”. Sigonella. dunque, dovrebbe diventare una sorta di “back-up” della base tedesca, una struttura che entrerebbe in funzione solo qualora Ramstein dovesse avere problemi.
Peccato nessuno di questi signori abbia riflettuto sul fatto che ciò che permetterà a tutto il “sistema- droni” di essere perfezionato, cioè il M.U.O.S. si trova in Sicilia e non in Germania. Peccato questi signori non fossero presenti ad un briefing tenutosi all’interno della stazione NRTF di Niscemi in un caldissimo giorno di giugno del 2013.

Era il 19 Giugno quando davanti a 40 giornalisti della stampa locale e nazionale, l’ing Paul Quintal dell’Ufficio Cooperazione della Difesa dell’Ambasciata americana ebbe a dire ai presenti “Abbiamo spostato forze dalla Germania (800 marines con famiglie al seguito) diminuendo le nostre presenze lì, perché sono più utili in Italia”.
E a noi che chiedevamo perché in Sicilia, Quintal rispose: “L’Italia ha una posizione geostrategica nel Mediterraneo, perché è una sorta di crocevia della civiltà occidentale perché dall’Italia è possibile focalizzare l’attenzione sull’area sud e l’area est del nostro emisfero. Perché l’Italia ospita le forze statunitensi da più di 50 anni – sembrava quasi voler convincere se stesso prima che i presenti – perché l’Italia ha capacità politiche, sociali, economiche e militari e perché ha preso impegni e stretto accordi bilaterali con l’ONU e la NATO”.

“Perché Niscemi? “ avevamo chiesto di sapere e lui: “La base di Niscemi copre tutta l’area dall’Oceano Atlantico all’Oceano Indiano. La copertura ad alta e bassa frequenza permetterà l’intervento in situazioni di crisi per missioni ONU e NATO, così com’è avvenuto in quelle “antipirateria” in Libia e in Libano, permetterà di organizzare operazioni di aiuti umanitari ed è da Niscemi che sarà possibile il controllo e l’intervento in emergenza nel corso di operazioni in aree remote“.
Ma al di là della posizione strategica della Sicilia, ciò che sta davvero compromettendo tutta la questione “Sigonella- Niscemi” è la carente resistenza e opposizione da parte dell’opinione pubblica italiana e ancor più siciliana. Perché, se da una parte ci sono attivisti che protestano e reagiscono ed usano tutti i mezzi possibili per far valere le loro ragioni, dai procedimenti legali, attraverso le vie istituzionali ai viaggi della speranza a Bruxelles, alle manifestazioni di protesta pacifica e di dissenso come quella di Turi Cordaro Vaccaro che da tre giorni vive assolutamente nudo, sopra un albero vicinissimo alla grande “Verden” (l’antenna LF di 140 m. a bassa frequenza, all’interno della base americana); dall’altro esistono enti e istituzioni che stringono rapporti amicali e di collaborazione con gli statunitensi di Sigonella. Alcune organizzano feste e gite per Halloween dentro la base di Sigonella, altre istituzioni, scuole di Niscemi comprese, accettano inviti a Washington o organizzano gite scolastiche per i loro bambini all’interno della stessa base.
Ultimo in questo strano gioco di “dissento ma collaboro” il Comune di Valverde (CT) che, pur essendosi mostrato sensibile alle problematiche di Niscemi in tempi recenti, esponendo la bandiera No Muos insieme a quelle istituzionali, sei mesi fa circa ha ritenuto bene di eliminarla e di stringere accordi di “community relations” con i marines di Sigonella.
Inutile evidenziare come questi siano ben contenti di mostrare tutta la loro disponibilità nei confronti delle esigenze della popolazione locale, come dire: “ti ripulisco dalla monnezza e ti regalo anche la possibilità di entrare nel “mirino” di chi vuol male al popolo americano!”

Questo il comunicato disponibile sul sito del Comune di Valverde.

“Progetto “community relations”
Si avvisa che mercoledì 6 maggio partirà il progetto “community relations” che prevede la collaborazione con i militari americani di Sigonella in progetti di socializzazione con la comunità valverdese relativi ad attività di volontariato ambientale e sociale. La prima iniziativa riguarderà la pulizia dei terrazzamenti di Villa Cosentino. Le associazioni e tutti i cittadini sono invitati mercoledì 6 maggio alle 9,30 presso i locali di Villa Cosentino.”

Postato - 05 Maggio 2015 di: Daniela Giuffrida